La storia del rifugio

La prima capanna Sella venne costruita dalla sezione del CAI di Biella in concorso con la sezione del CAI di Varallo Sesia, venne inaugurata il 15 agosto del 1885 e intitolata al Senatore Quintino Sella, fondatore del CAI, spentosi a Biella nel 1884.
La capanna, costruita dall'albergatore e falegname di Gressoney Daniele Thedy, era interamente in legno e poteva ospitare circa 15 persone. Il trasporto dei 1.850 kg di materiale necessario alla costruzione avvenne a dorso di mulo sino al colle Bettaforca e da qui proseguì a spalla di portatori: il costo totale dell'opera fu di 1.388 lire.
Nel 1904, dato il precario stato dell'edificio "rovinato dalle intemperie e dalla incuria dei visitatori", la sezione CAI di Biella decide di ricostruirlo. L'incarico di costruire la nuova capanna, sempre in legno, venne affidato a Floriano Lateltin di Gressoney. La costruzione venne, inoltre, spostata sul pianoro appena più in alto rispetto a dove si trovava la precedente ed inaugurata il 22 luglio 1907.
Il primo custode della capanna fu la guida Giovanni Guglielminotti di Alagna, detto il Biondo, mentre nel 1910 la vecchia capanna venne rimossa e avvicinata alla nuova allo scopo di utilizzarla come alloggio del custode e preservarla dalla distruzione ad opera delle intemperie. In questo stesso anno ebbe inizio la custodia del rifugio da parte della famiglia di Giovanni Roveyaz che con i figli Marino e Camillo avrebbero fatto della "capanna Sella" quasi una ragione di vita: furono, infatti, i custodi della capanna per 60 anni.
Dopo la "Grande Guerra", data l'affluenza di ospiti determinatasi con il rapido sviluppo dell'alpinismo, la capanna iniziò a dimostrarsi insufficiente e nel 1924 venne portato a termine un nuovo ampliamento che vide il raddoppiamento della capanna in lunghezza e laggiunta di due corpi laterali, uno di nuova costruzione, l'altro utilizzando la vecchia capanna del 1885.
Nel 1936 un fatto eccezionale mise in serio pericolo l'integrità della capanna: la notte del 4 agosto una enorme frana, valutata in più di 200.000 metri cubi, si staccò nelle prossimità del rifugio e precipitò sul versante della valle di Ayas, raggiungendo l'Alpe di Verra superiore dopo un percorso di più di 3 km ed un dislivello di 1.200 metri. La frana seppellì quasi completamente l'alpeggio uccidendo 24 capi di bestiame. I tre alpigiani, che si trovavano nella costruzione, si salvarono per miracolo.
Visto il pericolo di un ulteriore movimento franoso, che avrebbe potuto trascinare con sé la capanna, venne immediatamente disposto di arretrare la stessa in posizione più sicura, cosa che richiese oltre un mese di duro lavoro. La nuova posizione della capanna non si dimostrò ancora sicura e nel 1945, con la fine della Seconda Guerra Mondiale, si notarono altri movimenti che indussero la sezione del CAI ad effettuare un nuovo e considerevole arretramento, al fine di poggiare la struttura su di un solido banco di roccia. La capanna venne così collocata nella posizione attuale.
Sistemata in un posto sicuro, la capanna continuò a fornire il suo servizio sino ai primi anni ottanta. Ormai i tempi stavano cambiando, nel 1974 viene installato dalla SIP il telefono collegato tramite un ponte radio alla rete nazionale e nel 1977 viene costruita la seggiovia che dalla frazione Stafal di Gressoney-La-Trinité raggiunge il Colle Bettaforca, dimezzando così il percorso di accesso al rifugio.
Nello stesso 1977, Luciano Chiappo assume la presidenza del CAI di Biella facendosi promotore della nuova capanna. Cominciano così gli studi per la realizzazione di questo progetto ambizioso e la ricerca dei fondi necessari per portarlo a termine.


Stampa del centenario del Rifugio Quintino Sella al felik